venerdì 14 giugno 2013

Zanut e la Dama Senza Pietà, Friuli Venezia-Giulia

'era una volta un ragazzo sempre in cerca di avventure galanti. Si chiamava Zanut e viveva con la madre vedova in una bella casetta sulle colline. Un giorno, andando a caccia, vide una dama bellissima che si pettinava i capelli con un pettine d'oro, in riva ad un torrente. Bagnava il pettine nell'acqua e si lisciava i capelli che le arrivavano fino ai piedi. Cantava una canzone misteriosa:

"Godi l'amore, giovane 
Canta e balla in allegria 
Dopo l'avemaria 
Balleremo e canteremo noi" 

Zanut rimase affascinato. Non fece caso ai conigli selvatici che ballavano silenziosi in cerchio incontro alla "salvana".




Flint W.R.


Perché quello era un segno che la Dama era un essere magico, una fata, una "salvana" delle acque.
"Vieni! - disse la Dama al ragazzo con voce melodiosa - Vieni!"
Zanut seguì la Fata in un palazzo che sembrava d'aria, pieno di bestie strane, liocorni e lupi bianchi, cani neri e volpi argentate. Zanut si innamorò della Dama perdutamente. Ma quando andava al torrente per gli appuntamenti, la Dama chiedeva sempre regali, oppure diceva:
"Portami il piccolo angelo di pietra che sta sull'acquasantiera della chiesetta sul monte". Zanut obbediva.
La madre era molto preoccupata perché vedeva il figlio magro, agitato, stanco. Una volta zitta zitta lo seguì. E vide la Fata sul torrente, i conigli selvatici che danzavano, il pettine d'oro e capì che suo figlio era stregato, in balia delle forze del male. Ma che poteva fare? Piangendo, tornò a casa.
Zanut disse alla Dama: "Signora, ti voglio sposare". "Va bene - disse lei - ma devi portarmi il cuore di tua madre per i miei animali. Loro mangiano solo pietanze delicate."
Zanut rabbrividì e pianse. Non volle andare più al torrente. Ma dopo tre giorni, la notte, sentì la canzone della Dama che lo chiamava:

"Godi l'amore, giovane 
Canta e balla in allegria 
Dopo l'avemaria 
Balleremo e canteremo noi."

Il ragazzo non seppe resistere. Prese un coltello, andò dalla madre addormentata e le prese il cuore. Uscì di corsa nella notte verso il torrente. Correva, correva sui sassi e cadde per terra. Il cuore della madre sobbalzò e disse: "Figlio mio, ti sei fatto male?" Zanut capì qual era il vero bene e pianse.

Da: "Fiabe del Friuli Venezia-Giulia", di Cecilia Gatto Trocchi. (Fonte orale).

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