lunedì 15 luglio 2013

Il Soldato e la Candela Magica, l'Aladino dei Paesi Baschi

'erano una volta tre soldati. Erano morti di fame; uno dei tre andò in un podere e tornò mangiando patate crude. I compagni gli dissero: "Dacci delle patate, anche noi abbiamo fame".
"Andate dove le ho trovate io - rispose lui - Ve ne sono in abbondanza". Mentre gli altri si recavano in quel podere, egli corse via. Arrivò di notte in una locanda e chiese ospitalità: ma la padrona, pensando che non avesse un soldo, gliela rifiutò.
"Mi basta un angolino qualsiasi" supplicò lui. Allora la padrona, mossa a pietà, lo fece rimanere.
Il giorno dopo, ella gli chiese se in cambio dell'ospitalità gli avrebbe fatto un favore. Alla risposta affermativa di lui, gli disse:
"Vedi quel palazzo lì di fronte? Nessuno può entrarvi. Vi sono tre cani terribili sui tre pianerottoli della scala. Ci andrai?".
"Dammi tre pani per quei cani e ci andrò!"
Dandogli i pani, la padrona aggiunse:"Arrivando al terzo pianerottolo, vedrai una porta: la aprirai e vi troverai una candela nera: è questa che mi devi portare".
Il soldato entrò nel palazzo, sistemò i cani con i tre pani ed entrò attraverso la porta in una stanza dove, sopra un mucchio di denaro, era collocata una candela nera.
Per prima cosa afferrò la candela, poi si riempì di denaro dalla testa ai piedi e se ne tornò alla locanda.
La padrona gli chiese subito la candela, ma il soldato pagò il conto e si tenne la candela.
Il soldato si allontanò andandosene verso la città.
Sulla strada s'imbattè in un'altra locanda e chiese ospitalità. Dal momento che aveva l'aria di un poveraccio, i padroni non volevano dargli ospitalità. Ma lui insistette che gli bastava un buchino per dormire. Allora il padrone lo condusse in una stanza della cantina per la notte.
Lì dentro il soldato cominciò a contare il denaro.
Quando i locandieri sentirono il tintinnio dei soldi, gli dissero:
"Amico, abbiamo un'altra camera migliore per te: vieni!"
Ma lui rifiutò, dicendo che quella che aveva gli andava bene.
La mattina seguente il padrone della locanda avvertì il re che aveva come ospite un soldato con molto denaro.
Il re gli rispose che lo invitasse a pranzo al suo palazzo.
Il soldato si recò al palazzo del re e mangiò con lui.
Dopo il pranzo il re lo invitò a giocare.
Il soldato allora si mise in un angolo in disparte e accese la candela. Subito comparve un gigante che gli chiese:
"Che vuoi? Sono disposto ad esaudire i tuoi desideri!"
"Voglio vincere tutte le partite che giocherò con il re e i suoi dignitari."
"E sia!"
Il soldato infatti vinse il re a tutte le partite, e, tornato alla locanda, continuò a giocare e a vincere tutti i suoi avversari.
Allora il re se lo portò a palazzo. Ma il soldato di notte s'introdusse nella camera della figlia del re. Questa, sentendo dei rumori, avvertì il padre, che, per scoprire chi fosse il ladro, lasciò nella stanza un orologio d'oro. Il giorno dopo l'orologio fu scoperto nella camera del soldato e questi venne imprigionato e condannato a morte.
Il soldato allora accese di nuovo la candela nera.
Ricomparve il genio che gli chiese:
"Che vuoi? Sono pronto a esaudire tutti i tuoi desideri!"
"Uccidi tutti gli uomini che il re invierà per uccidermi!"
"Moriranno!"
Il re inviò dei soldati per uccidere il prigioniero, ma tutti morirono e lui si salvò. Intimorito, il re accolse di nuovo il soldato in casa sua e gli diede sua figlia.
La figlia del re chiedeva insistentemente a suo marito perché portasse sempre con sé quella candela nera e il soldato un giorno le raccontò tutto.
Accadde che un giorno la dimenticasse nel suo appartamento. La figlia del re, a conoscenza del segreto, l'accese e quando comparve il gigante gli disse:
"Porta via mio marito, in un luogo così remoto che io non debba mai più rivederlo!"
Così fu fatto e il soldato si ritrovò in un deserto remoto dove poteva mangiare solo erba. Nel frattempo la figlia del re si sposò con un altro.
Un'aquila andò dal soldato e gli disse:
"Tu che sei stato un uomo così fanfarone, eccoti qui umiliato!"
"E' vero", disse di rimando lui.
"Io ti devo comunque ringraziare. Ho mangiato tutte le carni putride degli uomini e degli animali che hai fatto ammazzare. Che vuoi adesso?"
"Che mi riporti al palazzo reale."
L'aquila lo afferrò e lo portò via. Ma durante il viaggio ebbe sete e, lasciato il soldato sopra un picco, andò a cercare acqua.
Il soldato fu preso dalla disperazione quando vide che l'aquila non tornava. Ma alla fine essa giunse e lo portò al palazzo del re. Lì il soldato incontrò la serva della figlia del re e ne divenne amico.
Un giorno le chiese:" Il padrone e sua moglie stanno bene?"
"Sì, molto bene", rispose la donna.
"Sai - aggiunse lui - dove si trova una certa candela nera?"
"Sopra il caminetto", rispose lei.
"Desidererei che me la portassi."
E la serva glielo consegnò.
Il soldato l'accese, pronunciando le parole di sempre.
Quando apparve il gigante, gli disse:"Porta la figlia del re nel luogo dove sorge il sole e il marito là dove esso tramonta".
"Sarà fatto", rispose il genio.
E la figlia del re e il suo secondo marito furono trasportati da parti opposte.




Da:
"Misteri e Magie dei Paesi Baschi", Arcana editrice

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