giovedì 20 febbraio 2014

Il Guardiano di Porci, H.C. Andersen

'era una volta un Principe povero, sovrano di un regno molto piccolo. Tuttavia, il suo reame era grande abbastanza per poter prender moglie, e sposarsi era proprio ciò che desiderava con tutto il cuore. In effetti, ci voleva un bell'ardire a chiedere alla figlia dell'Imperatore: Mi vuoi per marito?, ma egli osò ugualmente, perché la sua casata era  rinomata, e almeno un centinaio di principesse gli avrebbero risposto: Sì, grazie! Vediamo un po' cosa gli rispose, invece, la figlia dell'Imperatore. Ascoltate!



Sulla tomba del padre del Principe cresceva un rosaio: una vera meraviglia. Fioriva solo ogni cinque anni e  dava un'unica rosa, ma che rosa! Il suo profumo era così dolce che, aspirandone la fragranza, si dimenticavano afflizioni e dolori. Oltre a ciò, Il Principe aveva anche un usignolo, e questo usignolo cantava così soavemente da far ritenere che la sua piccola gola contenesse le più dolci melodie del mondo. La Principessa doveva assolutamente ricevere in dono sia il rosaio che l'usignolo: così il Principe li sistemò in due grandi astucci d'argento e glieli inviò. L'Imperatore ordinò che venissero portati nel salone in cui la Principessa stava giocando "alle signore" con le sue Dame di Corte. Quando ella vide i due astucci con i doni, batté la mani per la gioia.
"Speriamo che sia un gattino! ", disse, ma trovò la magnifica rosa.
"Oh, ma com'è ben fatta!" esclamarono in coro le Dame di Corte.
"È più che ben fatta, - esclamò l'Imperatore - è un capolavoro!"
Ma la Principessa la toccò e per poco non scoppiò in lacrime.
"Oh, papà - disse la fanciulla - non è artificiale: è vera!"
"Guardiamo un po' l'altro dono prima di abbandonarci al cattivo umore!", disse l'Imperatore, e comparve l'usignolo, e cantò così melodiosamente che fu impossibile dirne male.
"Superbe, charmant!", sospirarono le cortigiane, che parlavano tutte in Francese, ma una peggio dell'altra.
"Quanto mi ricorda il carillon della nostra amata Imperatrice!" disse un vecchio Cavaliere.
"Oh, si, proprio la stessa tonalità, la stessa perfezione."
"Sì, sì!", esclamò l'Imperatore, e scoppiò a piangere come un bambino, ricordando la sposa.
"Tuttavia, voglio sperare che non sia un vero uccellino!", disse la Principessa.
"Ma sì, è proprio un uccellino in carne ed ossa!" risposero coloro che lo avevano portato.
"Sì?! Lasciatelo volar via, se le cose stanno così!", esclamò la Principessa, e si rifiutò categoricamente di ricevere il Principe.

Artus Scheiner

Ma il Principe non si arrese; si camuffò i lineamenti pitturando il viso di nero, si mise in testa un cappellaccio e si presentò alla reggia.
"Buongiorno, Imperatore - disse - Vorrei entrare al Vostro servizio".
"Boh! In molti vorrebbero lavorare qui! - rispose l'Imperatore - Fammi pensare un po': in effetti, ho bisogno di un guardiano di porci. Di porci ne abbiamo tanti!"
E così il Principe venne assunto come reale guardiano di porci.
Gli assegnarono un misero sgabuzzino accanto al recinto dei porci; lavorò tutto il giorno, e, quella stessa sera, aveva già finito di fabbricare un pentolino molto grazioso, tutto contornato da campanelli: non appena l'acqua bolliva, suonavano tutti insieme e in modo incantevole quel vecchio motivo:

Ach, Du lieber Augustin, 
Alles ist weg, weg, weg! 

Ma la cosa più straordinaria accadeva se si immergeva un dito nel vapore: si poteva riconoscere il profumo del cibo che cuoceva su ogni fornello della città, casa per casa! Altro che la rosa!
La Principessa, scortata dalle Dame di Corte, si trovò a passare da quelle parti, e quando udì il ritornello, si fermò, tutta entusiasta. Anche lei sapeva suonare Ach, Du lieber Augustin - per la veritàera l'unico motivo che fosse in grado di suonare... e con un dito solo!
"È quello che so suonare anch'io! - esclamò - Questo guardiano di porci deve avere una certa educazione. Presto, va' a chiedergli quanto vuole per quello strumento".
E così una delle Dame dovette entrare nel porcile, ma, prima, calzò un paio di alti zoccoli.
"Quanto vuoi per quel pentolino?", chiese la Dama.
"Voglio dieci baci dalla Principessa!", rispose il guardiano dei porci.
"Dio, proteggici!" esclamò la dama.
"Non lo vendo per meno", affermò il guardiano dei porci.
"Allora, che ha detto?" chiese la Principessa.
"Non oso ripeterlo, - rispose la Dama - è troppo orribile!"
"Dimmelo in un orecchio." E lei fece così.
"Che sfacciato!" disse la Principessa, e fece per andarsene, ma aveva fatto solo pochi passi che i campanellini ricominciarono a suonare deliziosamente:

Ach, Du lieber Augustin 
Alles ist weg, weg weg!

 "Ascolta, - disse la Principessa - va' e chiedigli se non si accontenta di dieci baci dalle mie Dame."
"No, grazie!- rispose il guardiano dei porci - dieci baci dalla Principessa, o mi tengo il pentolino."
"Che testardo! - sbottò la Principessa, spazientita - ma  voi dovete mettervi tutte intorno perché nessuno possa vedere!"

Postma L.

E le Dame la circondarono, e allargarono le ampie gonne, così il guardiano ebbe i dieci baci e lei il pentolino. E quanto si divertì! L'acqua doveva bollire giorno e notte nel pentolino: sapeva ciò che veniva cucinato in ogni cucina, dal palazzo del Ciambellano alla casetta del calzolaio.
Le Dame ballavano e battevano le mani:
"Sappiamo chi mangerà la zuppa e chi le frittelle, chi la farinata e chi le bistecche! Com'è interessante!"
"Proprio interessante!" disse l'Intendente.
"Sì, ma non dirlo a nessuno. Io sono la figlia dell'Imperatore!"
"Dio ci salvi!" esclamarono tutte.
Il guardiano dei porci, o meglio il Principe, anche se tutti lo credevano un vero guardiano di porci, non stette con le mani in mano, ma fabbricò una raganella: quando la si faceva ruotare, suonava tutta la musica da ballo che era stata composta dalla creazione del mondo!
"Ma è superbe! - esclamò la Principessa passando nelle vicinanze - non ho mai ascoltato musica più bella! Andate a chiedergli quanto costa quello strumento, ma attente, io non ho intenzione di dargli altri baci!"
"Vuole cento baci dalla Principessa!" disse la Dama che era entrata nel recinto dei porci.
"E' proprio matto!" esclamò la Principessa, e se ne andò, ma, fatti pochi passi, si fermò di botto e disse:
"L'arte va incoraggiata! Io sono la figlia dell'Imperatore! Ditegli che riceverà dieci baci da me, come ieri. Il resto lo avrà dalle mie Dame."
"Sì, ma noi non vogliamo baciare un porcaio!" esclamarono le Dame di corte.
"Uffa, quante storie! - disse la Principessa - Se lo bacio io, allora potete farlo anche voi! Ricordatevi che campate a spese mie!"... e così la Dama dovette tornare dal guardiano di porci.
"Cento baci dalla Principessa! - ripetè lui - Altrimenti, amici come prima." "Mettetevi tutt'intorno!" gridò la Principessa, e, subito,  le Dame la circondarono e la Principessa baciò il guardiano di porci.

Axel Mathiesen

"Che cosa ci fa tutta quella gente al recinto dei porci?" si chiese, intanto, l'Imperatore che si era affacciato al balcone. Si stropicciò ben bene gli occhi, e inforcò gli occhiali.
"Ma sono le Dame di Corte! Che staranno combinando? È meglio che scenda a controllare di persona!" E, calzate per bene le ciabatte, che, in realtà, erano un vecchio paio di scarpe, si precipitò nella corte. Si avvicinò pian pianino, e le Dame non si accorsero di lui, tutte intente com'erano a contare i baci: lo scambio doveva essere onesto, il guardiano di porci non doveva ricevere un bacio in più, né uno in meno di quelli pattuiti. L'Imperatore si alzò sulle punte dei piedi.
"Ma che succede qui?" gridò quando vide che la Principessa baciava il porcaio. E li colpì in testa con una ciabatta proprio mentre il guardiano di porci stava ricevendo il suo ottantaseiesimo bacio.
"Via! Fuori!" gridò l'Imperatore, perché era davvero molto arrabbiato, e così sia la Principessa che il guardiano di porci furono cacciati dal Regno.
Lei scoppiò in lacrime e il guardiano di porci la rimproverava. Cominciò anche a diluviare.
"Ah, me disgraziata!- si disperava la Principessa - Se solo avessi accettato quel bel principe! Ah, come sono infelice!"
Il guardiano di porci, intanto, si nascose dietro un albero, si ripulì il viso, gettò via gli stracci da porcaio e le si ripresentò davanti nei suoi abiti regali. Era talmente bello che la Principessa si inchinò.
"Non provo che disprezzo per te, ormai!- le disse il Principe - Non hai voluto un principe, non hai saputo apprezzare la rosa né l'usignolo, ma per una carabattola qualsiasi hai baciato il guardiano dei porci. Ti sta bene!"
E così dicendo, rientrò nel suo Regno e si chiuse a doppia mandata, e alla Principessa non restò altro da fare che star seduta fuori e cantare:

Ach, Du lieber Augustin, 
Alles ist weg, weg, weg!

H. C. Andersen

Fiaba letteraria che dimostra una volta di più:
Che da La Superbia Punita di G.B. Basile derivano direttamente almeno due fiabe, "Il Re Bazza di Tordo" e  il tipo baci in cambio di... (con la partecipazione straordinaria - a volte - degli augusti genitori. Il tutto per vincere una scommessa ed evitare alla principessa un matrimonio degradante. Superbia affiancata da Avidità. Insalate e fichi magici, apportatori di corna ramificate o nasi surreali, in alcune varianti,  danno il colpo finale).
Che Andersen è un insopportabile moralista.
Che il suo, come tutti i moralismi, è ipocrita ed incoerente q.b.:
se la Principessa, viziata e superficiale, disdegna la rosa, l'usignolo e il principesco donatore, ma, per levarsi un capriccio, è disposta a baciare il guardiano di porci... che dire di un principe che, per soddisfare il proprio orgoglio ferito, "accudisce", con annessi e connessi, i suddetti suini?

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