martedì 16 settembre 2014

Un Giro Stregato (di CieloAmaranto), Trentino-Alto Adige


Igor Karash


Durante la mia vacanza in Trentino-Alto Adige, all’Alpe di Siusi, mi sono accorta di qualcosa che gli anni scorsi era passato toralmente inosservato (mea culpa): l' Hexen Skitour, il tour delle streghe.
Disseminati per le piste, sulla cima o sul fondo, ci sono delle colonnine di legno con in cima una strega e sui quattro lati una storia sulle streghe locali in quattro lingue. L’Italiano era sempre quella meno raggiungibile, ma mi sono infilata nella neve fresca pur di leggerle.
Ecco quelle che ho trovato più carine.

Si narra che le streghe volassero dal Sassopiatto allo Sciliar fino alla Val Gardena per fare le loro feste e tener sott’occhio il loro reame.
Infatti, per fare i loro sabba, soprattutto di giovedì, le streghe si ritrovavano sul Petz, che è il punto più alto dell’altopiano dello Sciliar. Ma per volare fin lì dovevano fare un unguento a base di rospo e cospargerne le loro scope mentre cantavano questa formula: "vola su e giù, senza cascar" (secondo me, tradotto male dal Tedesco, perché la versione inglese suona "fly up and down, never around", ovvero "vola su e giù, mai d’intorno", e si applica meglio alla fiaba). Dopodiché potevano andare a festeggiare con le loro compagne.


Rackham A.

Una volta - si narra - un contadino entrò in casa di una strega: ella cosparse la scopa con l’olio che stava bollendo nel calderone sul camino, e, pronunciata la solita formula, schizzò su per il camino e sparì alla sua vista.
Incuriosito, il contadino s’avvicinò al pentolone e vide che era avanzata un po’ della magica pozione. Così provò a cospargerne un bastone e a recitare la formula, ma. ahimé, l'aveva capita male! Invece di "Su e giù, mai d’intorno" cantò "Vola su e giù, e tutt’intorno", e, nell’infilarsi su per il camino, volando a zig zag, prese un sacco di botte in testa.
Ma, una volta nel cielo aperto, gli fu più facile girare fino a vedere dall’alto le streghe che ballavano e cantavano festeggiando sotto la luna. Riuscì dunque a scendere e ad unirsi alle loro danze, festeggiando con loro per tutta la notte.

Poco sopra dove stavo io, al Compatsch, c’è una pista di nome Bullaccia o Puflatsch. Da lì si gode un panorama spettacolare, è anche il posto dove va via per ultimo il sole. Lì c’è anche un albero contorto sempre pieno di corvi, che mi ha sempre impressionato con la sua aria fiabesco-decadente. E sulle panchine della Bullaccia la strega più anziana si sedeva spesso, per ammirare il panorama (se ci passate, fermatevi anche voi. Soprattutto verso il tramonto. Merita).
Sulle panchine, inoltre, le streghe preparano le tempeste più violente e più antiche. Sedute lì, facevano apparire nuvoloni neri carichi di tuoni e fulmini, e persino nubi gialle gravide di grandine, che dallo Sciliar, dal Corno del Renon e dalla Val Gardena si trascinano lente sopra Castelrotto, Siusi e Fiè.
Se non si riesce a far suonare in tempo le campane, un temporale infernale si scatena su tutta la zona, provocando enormi danni.

A Sartria, poi, c’erano le streghe del burro, due donne piuttosto inquietanti che vivevano chiedendo l’elemosina e terrorizzando i paesani. La strega Tschelmerin di Piè di Sotto, aveva una grande gobba sulla schiena ed era soprannominata "Jüggale", ed era zitella. La strega "Kneppin", invece, era sposata.
Curavano o facevano ammalare le mucche a loro piacimento, e potevano rovinare la panna del latte come preferivano. Potevano anche fare ammalare i bambini e maledirli per fargli rompere un piede, o guarirli a loro piacimento.
Alla contadina del maso Platider, che evidentemente non aveva pagato l’elemosina, rovinarono il burro con un sortilegio, facendole trovare un ratto orribile nel secchio del latte, per poi prenderla in giro con una canzoncina che fa pressappoco così: "Contadina del Platider, che vuole fare il burro, che il burro lei non farà, oplà! Solo crema impazzita farà, aha! E un topo nel secchio troverà!".


Igor Karash

Non mancavano anche le piccole note storiche, trovate vicino alla pista "Il Sole". Negli anni compresi tra il 1506 e il 1510, nel castello di Presule, sede del tribunale di Fié, si sono svolti nove processi, i più antichi condotti in tutto il Tirolo nei confronti delle streghe.
Dinanzi alla Corte, presieduta da Leonhard von Völs, accanito persecutore di streghe, furono portate nove donne, (i cui nomi sono lì elencati). Una era addirittura una perpetua. Furono giustiziate in modo orribile. E, al di là del "fiabesco", credo sia giusto ricordare donne che furono davvero perseguitate e uccise.

Scritto da CieloAmaranto - (Illustrazioni aggiunte da me)
Dal fu-Blog La Torre di Vetro

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